ATTESA PER LA SENTENZA CHE VERRA’ PRONUNCIATA IL 16/05/2019.
Al Tribunale di Cagliari, dott. Simone Nespoli R.g.n.r. 7296/2014 – proc. n° 3369/2016
E, p.c.: Ai Ministri dell’Interno e della Giustizia; Alla stampa e all’Opinione pubblica.
In prossimità dell’udienza fissata per la lettura della sentenza, a distanza di oltre 8 anni dai fatti, a cui non potrò partecipare essendo per me troppo gravoso ritornare ancora una volta a Cagliari, sia per le mie precarie condizioni di salute sia per quelle economiche, ritengo doveroso portare a Sua conoscenza quanto segue, informandone la stampa, trattandosi di un caso di malagiustizia che riveste pubblico interesse per l’impunità di cui hanno sinora goduto gli imputati Belpietro e Scaglia, nonché gli agenti Digos che si sono resi responsabili della mia brutale aggressione e fermo illegale (Art. 606 c.p.), avanti alle telecamere di mezzo mondo per impedirmi di parlare e di esprimere il mio pensiero. Vedi video:
https://www.youtube.com/watch?v=cbb520ZwaZ0
https://www.youtube.com/watch?v=1-A_avv8asg
https://www.youtube.com/watch?v=iKrfu8x5ndU
https://www.youtube.com/watch?v=IblKf_sktbE
Video che né il P.M. né tantomeno Lei Sig. Giudice avete ritenuto doveroso visionare in dibattimento, sebbene contenente prove cruciali che avrebbero consentito sia l’identificazione e incriminazione degli agenti responsabili, sia di appurare la falsità delle accuse mosse alla mia persona da Libero quotidiano, a cui è stato altresì consentito di giungere alla soglia della prescrizione e di scegliersi il foro di Cagliari, in spregio al provvedimento del G.I.P. di Milano, che aveva già rigettato l’eccezione di incompetenza territoriale, ovvero alla stessa Giurisprudenza di legittimità, in materia di reati commessi con il mezzo della stampa, secondo cui nel caso di periodico a diffusione nazionale, anche con più edizioni locali, la competenza territoriale deve venire comunque individuata “nel foro del danneggiato o della parte più debole, come misura riequilibratrice” (Sezioni Unite, Ord. n. 21661/2009).
Ma, quanto appare ancor più scandaloso e giuridicamente aberrante è che il P.M. di Cagliari, pur essendo già stato disposto dal G.I.P. di Milano, sin dal 26/11/2013, il rinvio a giudizio degli imputati Maurizio Belpietro e Andrea Scaglia, per il delitto di omesso controllo e diffamazione aggravata a mezzo stampa, abbia da ultimo richiesto l’assoluzione del secondo quale articolista, dando credito a dichiarazioni ictu oculi reticenti e inverosimili, circa la sua pretesa estraneità al titolo altamente infamante e suggestivo: “Al circo del Tribunale un pazzo aggredisce Berlusconi”.
Titolo che rappresenta un tutt’uno con il testo dell’articolo, come, d’altronde, correttamente contestato dal Gip di Milano nel decreto di rinvio a giudizio, nei confronti dello Scaglia, imputato: “del delitto previsto e punito dagli artt. 595 co. 2 e 3 c.p., 13 L. n. 47/1948, perché in qualità di autore dell’articolo “Un pazzo aggredisce Berlusconi”, apparso sul quotidiano Libero nell’edizione del 10 maggio 2011, offendeva la reputazione di Pietro Palau Giovanetti, pubblicando le seguenti frasi ingiuriose e non veritiere: “Tutti i pazzi portano a Silvio… (Palau Giovannetti) come ogni lunedì appostato davanti all’uscita laterale del Palazzo di giustizia milanese. L’esagitato di turno… si guadagna il quarto d’ora di celebrità”; “è agitatore – qualcuno preferisce provocatore – in servizio permanente effettivo […]”.
Risulta, dunque, del tutto sorprendente che la Pubblica Accusa, in contrasto con le sue funzioni, omettendo, tra l’altro, di estendere il capo di accusa anche alla diffamazione a mezzo internet, abbia sposato la tesi dell’imputato, che ha scaricato la responsabilità sul Direttore responsabile, circa la scelta del titolo, senza peraltro indicare espressamente il relativo autore. Ciò, sebbene, appaia con tutta evidenza il collegamento del titolo con il testo dell’articolo, ove si afferma: “Tutti i pazzi portano a Silvio (Palau Giovannetti)“. “E intanto s’ode uno che sbraita… e vedi che lo trascinano via di peso”. “L’esagitato di turno ha i capelli bianchi, si guadagna il quarto d’ora di celebrità”. “Poi si scopre che il soggetto in questione è agitatore – qualcuno preferisce provocatore – in servizio permanente effettivo”. “Si chiama Pietro Palau Giovannetti […] e ha fondato un Movimento per la Giustizia Robin Hood e anche una rete chiamata Avvocati senza Frontiere”. Rivelando, trattarsi, senza ombra di dubbio, di articolo diffamatorio a comando, finalizzato a screditare le scomode attività di Avvocati senza Frontiere e del suo legale rappresentante, che da oltre 30 anni si adoperano per il rispetto della legalità e dei diritti umani, denunciando la vasta corruzione politico-affaristica-giudiziaria.
A ciò si aggiunge l’ingiustificato stralcio della documentazione da me allegata alla III memoria di parte civile, che ha impedito di provare l’inveridicità delle dichiarazioni rese dallo Scaglia. Documentazione di cui il Giudice ben avrebbe potuto disporre l’acquisizione, ex art. 507 c.p.p., come richiesto, previa riapertura dell’istruttoria, anche tenuto conto che, usando due pesi e due misure, sono state ammesse ben 4 diverse note di produzioni documentali da parte della difesa degli imputati, seppure fuori termine. Fatto che denota un’ingiustificata disparità di trattamento.
Alla luce del carattere permanente del reato, come da ultimo emerso dalla presenza di versione on line dell’articolo incriminato, e delle dichiarazioni rese dallo Scaglia all’udienza 11/9/2018, acclaranti la configurabilità della fattispecie dolosa diffamatoria, anche a carico del Direttore Belpietro, ignorata dal P.M., ovvero di un termine prescrizionale più lungo rispetto a quello individuato dal Giudice di Cagliari, che rimette in discussione la stessa competenza territoriale, in favore del Tribunale di Milano, si ritiene doveroso portare all’attenzione della S.V. e delle Autorità in indirizzo che, nell’inerzia del P.M., è stata da me depositata una autonoma denuncia per l’ulteriore delitto di diffamazione aggravata a mezzo internet, mai, prima d’ora contestata né rilevata, oltre ad una citazione per risarcimento danni in sede civile, attesa l’ingiustificata lungaggine del procedimento penale e l’incertezza di addivenire ad un’equa decisione.
Il tribunale di Cagliari ha infatti negato l’acquisizione degli articoli pubblicati in data 9/5/2011, in cui Libero il giorno precedente la pubblicazione dell’articolo incriminato (10/5/2011), dava espressamente atto che Berlusconi era arrivato al Tribunale intorno alle 10, senza riferire di alcuna pretesa aggressione – o, “quasi aggressione”, come poi sostenuto dall’imputato Scaglia.
Tali pregressi 4 articoli on line, tutti pubblicati in tempo reale lo stesso giorno, in concomitanza con la celebrazione del processo Mills, evidenziano perciò che non vi è mai stata alcuna forma di aggressione nei confronti dell’ex premier, poi calunniosamente sbandierata il giorno dopo, acclarando per stessa ammissione di Libero che il mio allontanamento avvenne esclusivamente per aver urlato ad alcune persone che manifestavano in solidarietà a Berlusconi frasi innocue quali: “Vi dovete vergognare, la vera malagiustizia è un’altra”.
Quindi nessuna pretesa aggressione, nessuna minaccia fisica né verbale o contatto ravvicinato, come rilevabile sia dai video, dei quali è stato omesso di disporne la visione in dibattimento, sia dagli articoli on line pubblicati da Libero, nell’immediatezza dei fatti, da cui si evince che B. “entrava e usciva velocemente dal tribunale a bordo dell’auto blu”, dei quali, pure, è stata ulteriormente negata l’acquisizione, seppure rilevanti ai fini del decidere, in quanto con tutta evidenza, in stridente contrasto con la versione mendace e malevola del giorno seguente, costruita a tavolino dagli imputati, dove viene dato maliziosamente ad intendere ai lettori che l’ex premier avrebbe subito un’aggressione fisica da parte di “un pazzo, un esagitato di turno, provocatore in servizio permanente […]”, indicato nella persona di Pietro Palau Giovannetti.
Una maldestra strategia defensionale, a cui il P.M. di Cagliari ha dato scandalosamente credito, che si inserisce nella più ampia azione diffamatoria nei confronti della Associazione di cui lo scrivente è Presidente, le cui attività anticorruzione e di sostengo alla magistratura antimafia sono da sempre risultate sgradite all’area di interessi politico-affaristici dell’ex presidente del Consiglio, nonché alla stampa filoberlusconiana, in grado di avvalersi di illecite connivenze anche in ambito giudiziario, cercando di criminalizzare chiunque si opponga con mezzi legali a progetti criminogeni e al clima d’odio politico, cui lo scrivente è del tutto estraneo, praticando la nonviolenza e perseguendo l’affermazione del principio di uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, nel rispetto della Costituzione e delle leggi dell’Ordinamento dello Stato.
Invita, quindi, le Autorità di cui in epigrafe, per le rispettive competenze, a prendere atto della pervicace ingiustificata inerzia dell’Ufficio del P.M., ovvero ad individuare, senza ulteriore ritardo, gli agenti della Digos, che si sono resi responsabili dell’aggressione e delle eventuali connivenze e protezioni che hanno permesso sino ad oggi di evitarne la pronta identificazione e rinvio a giudizio, per i reati di fermo illegale e violenza privata, come da denuncia-querela, rimasta illegittimamente inesaminata per quanto attiene la posizione di detti soggetti.
Si allega:
1) Denuncia-Querela a Procura Milano 4/5/2019;
2) Atto di citazione 4/5/2019;
3) Decreto GIP Milano che dispone il giudizio di Belpietro e Scaglia.
Con osservanza.
Milano, 10 maggio 2019
Pietro Palau Giovannetti