11.9.2007: NASCE UNA SPERANZA DI RINNOVAMENTO ALL’INTERNO DELLA MAGISTRATURA.
Grazie a http://www.toghe.blogspot.com/ – blog realizzato da un gruppo di coraggiosi magistrati – l’11 settembre non sarà più ricordato come un evento tragico, ma come l’inizio di un rinnovamento dall’interno ….
Cosa significa la parola giustizia? In nome di chi è amministrata? Quali sono le regole che ne disciplinano l’applicazione? Queste semplici domande non sono il frutto di astratte speculazioni filosofiche quanto piuttosto la cristallizzazione di domande presenti nella mente di migliaia di cittadini. Nella maggior parte dei casi l’interrogativo trova una autosospensione.
Il cittadino pensa che magari "sono cose difficili e che se non le capisce è colpa della sua ignoranza". Si rivolge ai cosiddetti addetti ai lavori con timore reverenziale per chiedere lumi. Sa che comunque qualcuno gli deve spiegare perché da solo non ha i mezzi per capire. Su questa ignoranza intere classi dirigenti, ordini professionali, categorie di industriali costruiscono, mantengono e rafforzano lo spazio di potere che si sono perimetrate.
Il cittadino non sa ma il suo buon senso gli suggerisce comunque che non sempre le regole sono accompagnate dalla ragionevolezza. Le regole che disciplinano i processi innanzitutto, strutturate in materia tale da creare interstizi in cui si annidano le diseguaglianze.
Le regole grazie a cui la cronica lentezza dei procedimenti si trasforma in una loro sostanziale vanificazione. Le regole grazie a cui "la prescrizione del reato è la cura per il corrotto e magari non per il ladro di galline". Insomma tutte le regole con cui si decide il chi, cosa, come e soprattutto fino a che punto può accertare la verità …E allora da dove cominciare?
L’11 settembre è una data che a molti evoca il crollo delle certezze, la paura di essere vulnerabili, un terribile spartiacque della storia. E invece da quest’anno questa data verrà vissuta come l’inizio di un cambiamento per tutti coloro i quali vorranno offrire il loro contributo per ripristinare la legalità "sostanziale". In quella data un gruppo di magistrati coraggiosi ha deciso di spezzare il vincolo dell’autoreferenzialità e creare un blog per mettere a nudo i nervi scoperti e i bizantinismi del sistema giustizia italiano. Partendo da se stessi e dalle proprie responsabilità.
La portata di tale presa di posizione è una piccola rivoluzione copernicana.
L’appartenenza ad un potere istituzionale e il timore che l’autocritica potesse essere il grimaldello per prestare il fianco alle critiche esterne hanno portato negli anni la magistratura italiana a blindare se stessa e ad appiattirne l’orizzonte decisorio. Una parte di essa oggi decide di uscire allo scoperto, analizzando le anomalie, le disfunzioni, le negligenze. Rispetto al passato il quid pluris è la rivisitazione in chiave dialettica dei metodi con cui vengono scelti gli organi di autogoverno della Magistratura e il tabù infranto è l’inizio di una serie riflessioni sulla responsabilità che per primi i magistrati hanno. Per la prima volta sono gli stessi giudici a mettere in dubbio l’intangibilità del loro modus operandi.
Noi non sappiamo se questo movimento di magistrati avrà il coraggio e la possibilità di continuare, ma sappiamo che una giustizia inefficace, lenta, politicizzata o peggio ancora collusa è un’oasi per pochi che si regge sulle spalle di tutti gli altri, con buona pace della Costituzione.
Ritenendola una importante iniziativa qui di seguito Vi presentiamo Uguale per tutti, impegnandoci da oggi a sostenerla e a farla conoscere.
http://www.toghe.blogspot.com/