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UN TRIBUNALE INTERNAZIONALE PER I CRIMINI IN AFGHANISTAN

giovedì 19th, Aprile 2007 / 09:15 Written by

Il 13 marzo il presidente dell’Afghanistan, Karzai, ha firmato l’amnistia per i reati compiuti dai lords of war, i signori della guerra afghani e dai loro accoliti. La proposta, avanzata dalla camera bassa del parlamento afgano (Wolesi Jirga) è stata approvata quasi all’unanimità, in nome della pacificazione del paese, contro il parere della larga maggioranza dell’opinione pubblica afgana, non dimentica delle atrocità e nefandezze commesse dai terroristi nei confronti degli oppositori e della popolazione inerme.

E’ quindi per noi un dovere dare voce alla società civile e ai democratici di questo martoriato Paese che cercano di trovare giustizia, lanciando un forte appello alla comunità internazionale per aiutarli a portare alla luce questi veri e propri crimini commessi contro l’umanità che il governo afghano vorrebbe ora cancellare con un colpo di spugna.  

Chi si oppone viene minacciato di morte, come Malalai Joya, deputata indipendente della provincia di Farah, ripetutamente minacciata per i suoi discorsi contro i signori della guerra.

Per comprendere come sia stato possibile che il governo di Karzai abbia firmato l’amnistia di fronte ad una opinione pubblica unanimamente contraria bisogna conoscere la composizione del parlamento afgano:
–  6% trafficanti di droga;
– 72% signori della guerra;
–  4% talebani moderati;
–  3% religiosi conservatori;
E, soltanto, il 15% in rappresentanza di una opposizione democratica non compromessa con i signori della guerra e i fondamentalisti.

I signori della guerra, preoccupati dalla fine di Saddam Hussein, temono di poter essere incriminati da un Tribunale internazionale e si sono quindi affrettati a votarsi l’amnistia.
In quest’ottica sono giunti ad organizzare una manifestazione a Kabul, per sostenere l’iniziativa del parlamento, al grido di “Amnistia! Amnistia!”.
La folla (circa 10.000 persone) si è spinta a chiedere addirittura “la testa” di Malalai Joya e di Sima Samar (Presidente della Commissione sui diritti umani).

Per sapere chi sono coloro che saranno amnistiati, si può leggere su internet il rapporto molto rigoroso e circostanziato di Human Rights Watch: “Blood stained hands-past atrocities in Kabul and Afghanistan legacy of impunity”:  (http://hrw.org/reports/2005/afghanistan0605).

La situazione è ben descritta dall’intervento di Mariam Rawi, un membro di RAWA (una associazione di donne che conta oltre 20.000 tra simpatizzanti e militanti) di cui riportiamo la breve premessa: “L’Afghanistan non è il paese liberato e pacificato del quale parlano i media. Cinque anni fa gli Usa e i loro alleati hanno attaccato il nostro paese dicendo di voler portare «diritti umani», «democrazia» e «libertà» in questo paese sconvolto dalla guerra. Il regime taleban è caduto e si è insediato il regime fantoccio di Hamid Karzai, del quale fanno parte i criminali dell’Alleanza del Nord che tutto il mondo conosce. Le politiche di Karzai e dei suoi padroni occidentali hanno oggi portato l’Afghanistan a una situazione molto critica: il disastro è una bomba a orologeria che può esplodere in qualunque momento. In questi cinque anni, sotto le insegne della «democrazia» e della «libertà», sono stati usati con successo il tradimento e la beffa, e la situazione in cui versano i diritti umani è l’effetto del doloroso inganno di questo governo, guidato dai signori della guerra. Senza dubbio la guerra al terrore ha rovesciato il regime misogino e barbaro dei taleban, ma non ha rimosso il fondamentalismo islamico, che è alla radice della sofferenza di tutto il popolo afghano. Essa ha semplicemente sostituto un regime fondamentalista con un altro. Ora abbiamo un parlamento pieno di signori della guerra, tra cui capi criminali jehadi, ex comandanti taleban e alcuni ex fantocci dell’Urss. Persone che dovrebbero essere processate prima di chiunque altro per i loro crimini, si apprestano invece a legiferare in nome del popolo afghano”.

Ecco alcuni cenni sulle biografie di alcuni “amnistiati” e su alcune nefandezze e testimonianze raccolte da RAWA:
– Hikmatyar (capo partito islamista Hizb-i Islami). Responsabile di migliaia di omicidi durante l’assedio di Kabul del 1992-1996. Uno degli attuali comandanti della guerriglia talebana nel sud del paese;
– Rabbani (uno dei ministri del governo afgano). Responsabile della strage degli Hazara a Kabul;
– Mullàh Omar (ex capo del regime dei talebani);
Sayyaf (attuale presidente del parlamento tagiko). Responsabile di numerose stragi in qualità di comandante dell’Alleanza del Nord;
– Qanoni (attuale vicepresidente del parlamento, successore di Massud a capo delle milizie tagike), anch’egli coinvolto in numerose stragi di civili;
– Mohaqiq (signore della guerra della fazione Hazara). Ministro dell’attuale governo;
– Fahim (altro ministro);
– Dostum (capo delle milizie usbeche), anch’egli ministro, noto per aver chiuso i prigionieri di guerra in containers e averli fatti morire abbandonandoli nel deserto, etc.

Ma quel che appare ancora più grave e viene sottaciuto è che i crimini dei signori della guerra continuano tutt’oggi, sotto il regime cosiddetto democratico di Karzai, come ci ha reso noto la deputata Malalai Joya che per le sue coraggiose denunce è stata minacciata di morte: “I crimini e le brutalità dei signori della guerra fondamentalisti continuano anche sotto gli occhi delle truppe statunitensi e dell’ISAF. I terroristi dell’Alleanza del Nord hanno stuprato la quattordicenne Fatima e la madre, l’undicenne Rahima e la nonna di 60 anni. La trentenne Amina è stata lapidata a morte, mentre Nadia Anjuman è stata costantemente oggetto delle violenze del marito, fino a morirne. Il marito è tuttora libero, protetto dai signori della guerra della misogina Alleanza del Nord. L’undicenne Sanobar, unica figlia di una sfortunata vedova, è stata rapita, violentata e poi mercanteggiata con un cane”. “Nella mia terra… (prosegue con parole toccanti Malalai) la dignità umana non ha valore e uccidere qualcuno è facile e normale come uccidere un uccello…”.

Durante il regime talebano, aggiunge poi Malalai: “il ministero del vizio e della virtù divenne un simbolo famoso di abusi arbitrari, soprattutto a discapito delle donne e delle ragazze. Attualmente, il Consiglio dei ministri afghano ha deciso di ripristinare questo orrendo ministero, invece di concentrarsi sui bisogni più urgenti e impellenti della società afghana. L’anno scorso, il comitato statunitense per la protezione dei giornalisti dichiarò che i giornalisti afghani vengono sottoposti a molte pressioni dalle autorità afghane, quali minacce, intimidazioni o, addirittura, il carcere e l’uccisione. Questa è la realtà, ma il presidente Karzai e i media occidentali dicono che ora in Afghanistan esiste la libertà di parola. Coloro che parlano di vera giustizia vengono minacciati di morte. Il 7 maggio 2006 sono stata fisicamente attaccata da membri del parlamento che sostenevano i signori della guerra e i signori della droga, e questo solo per aver detto la verità, per aver denunciato i crimini dell’Alleanza del Nord. Uno di loro ha addirittura gridato: “E’ una prostituta! Prendetela e stupratela!“.

Invece di processare i signori della guerra, il Presidente Karzai affida a questi criminali cariche sempre più elevate. Quest’anno, ad esempio, ha collocato 13 ex-comandanti collusi con la criminalità organizzata, lo spaccio di droga e milizie illegali, in posizioni di comando nelle forze di polizia. A causa della sua politica a favore dei criminali, il popolo afgano lo odia e lo considera responsabile dell’attuale situazione catastrofica. Persino la CIA ha recentemente ammesso che Karzai ha perso il sostegno della popolazione e non ha nessun controllo al di fuori di Kabul“.
Il CISDA, una onlus che sostiene RAWA, ha visitato l’Afghanistan in occasione dell’8 marzo. RAWA e il partito Hambastagi e numerose organizzazioni civili per i diritti umani afghane chiedono di aiutarli a contrastare gli effetti della vergognosa amnistia, cercando di coinvolgere il Tribunale internazionale Penale. Le due organizzazioni conoscono parecchi testimoni e vittime, disposti anche a rendere testimonianza ufficiale, ovviamente se adeguatamente protetti.

Lanciamo perciò un appello, soprattutto ad addetti ai lavori e giuristi aderenti alla rete di Avvocati senza Frontiere, per verificare la possibilità di aderire alle loro richieste.

Bai Edoardo (medico)
Comitato italiano sostegno donne afgane (CISDA)
Comitato scientifico Legambiente

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